Reato di gelato
Mangiare un gelato dopo la mezzanotte? Se sei Cenerentola o ti trovi a Milano semplicemente non è più possibile. Da pochi giorni è infatti arrivata la notizia che il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, ha emesso un’ordinanza che vieta la vendita per l’asporto di ogni tipo di bevanda e vivanda a partire da mezzanotte sino alle sei del mattino successivo.
Il provvedimento sarà attivo dal 17 maggio al 4 novembre e ha l’obiettivo di contrastare la movida selvaggia che tante lamentele ha portato sulla scrivania del primo cittadino. “Ho centinaia di segnalazioni di cittadini che chiedono di poter riposare meglio la notte. Non posso non affrontare questa questione, non è un vezzo, ma un’esigenza di tantissimi. Non stiamo cambiando le regole dell’universo ma ponendo dei leggerissimi limiti, quindi andremo avanti”. Una risposta chiara questa di Sala alle molte critiche che sono gli sono piovute addoso, in particolare da Confcommercio che ha sottolineato come questa misura sia eccessiva e rischi di portare danni non solo agli esercenti, ma anche a turisti e cittadini: non ci saranno passi indietro se non minimi. L’attenzione del pubblico, alimentata come al solito dai social media, si è concentrata in particolare sull’impossibilità di godersi un gelato da mezzanotte in poi, un piacere che molti italiani amano concedersi d’estate viste le temperature sempre più torride degli ultimi anni. Ed è proprio sul gelato che il sindaco ha dimostrato di essere aperto a piccole correzioni per venire incontro ai detrattori della misura che potrebbero vedere almeno alcune categorie di alimenti (se non tutte) rimosse dall’ordinanza. Quello che sicuramente resterà invece invariato è invece il divieto per la vendita di bevande alcoliche d’asporto e la chiusura dei dehors a partire da 00:30 (l’1:30 nei weekend), anch’essi ritenuti responsabili degli schiamazzi notturni. Il reato di gelato forse è scongiurato per ora, ma questo provvedimento dimostra come stia diventando sempre più difficile da contenere il fenomeno della movida itinerante, con i giovani che piuttosto che scegliere un locale dove restare tutta, o quasi, la sera, preferiscono muoversi e cambiare più volte la “stazione di rifornimento”. Un problema questo peraltro non solo di Milano, ma di molte altre città italiane, come ad esempio Torino, che già anni fa con l’allora sindaca Chiara Appendino aveva visto varare una misura simile a tutela dei residenti nelle zone più calde della città.
Il diritto al riposo è in effetti sacrosanto, lo sa meglio di tutti chi ha problemi a dormire la notte. Non è così semplice tutelarlo, sfortunatamente. Anche perché non è possibile negare ai cittadini di svagarsi nei luoghi pubblici, che sono notoriamente di tutti, anche dei gaudenti. Certo bandire gelati e pizze d’asporto, insieme ovviamente ai soliti alcolici, pare una misura un po’ draconiana, tanto che probabilmente presto assisteremo ad un dietrofront almeno parziale sulla questione, ma resta un segnale forte per la collettività, pronta sempre a reclamare a gran voce i suoi diritti, ma che facilmente dimentica i doveri e le responsabilità che ne derivano. Vivere la propria serata all’aperto è sacrosanto, ma occorre rispetto anche per coloro che desiderano dormire, probabilmente perché il giorno dopo li attende una sveglia alle 7:00 per andare al lavoro.
Se la misura quindi ci può stare in linea di principio, più dubbi sorgono dal punto di vista meramente pratico. “Fatta la legge, trovato l’inganno”: per ubriacarsi per strada dopo mezzanotte sarà sufficiente recarsi per tempo a fare incetta di alcoli da un qualsiasi mini-market, perché dopotutto non è stato vietato il consumo, ma la vendita. Oltretutto questo meccanismo riporta ad una stortura del mercato che era già stata fatta notare in passato dai proprietari dei locali da sera, ovvero che la possibilità di acquistare preventivamente bevande alcoliche in un supermercato (che proprio per questo motivo non possono venderle dopo le ore 22:00) per poi consumarle in strada fosse un danno agli affari di chi, per far fronte a tutti quei costi di gestione di un bar, deve necessariamente rivendere queste bevande a prezzo maggiorato.
Sentiremo ancora parlare della questione, statene certi.