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Benessere in Italia: tra progresso e fragilità

All’inizio di marzo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato l’ultima Relazione sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes), realizzata insieme all’Istat. Il documento aggiorna lo stato di salute economico e sociale dell’Italia attraverso 12 indicatori principali, fornendo dati aggiornati al 2023 e previsioni per otto di essi fino al 2027, alla luce degli effetti stimati della Legge di Bilancio 2025.

Il quadro generale mostra un’Italia divisa: da un lato segnali positivi sul fronte economico, ambientale e occupazionale, dall’altro persistenti criticità come disuguaglianze, povertà, problemi giudiziari e consumo del suolo. Il Bes si conferma uno strumento utile per orientare le politiche pubbliche verso uno sviluppo più equilibrato e sostenibile.
Il Reddito disponibile lordo corretto (Rdlc) – che considera sia le entrate familiari sia i servizi pubblici ricevuti – è cresciuto nel 2023 del 4,7% su base annua, trainato soprattutto dai redditi da lavoro (+5,2%). Tuttavia, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto, portando a una leggera contrazione in termini reali (-0,4%). Rispetto al 2019, però, il reddito reale resta superiore dell’1,9%.
Le previsioni per il periodo 2024-2027 sono positive: si stima una crescita nominale complessiva del 13,9%, con un progressivo recupero del potere d’acquisto delle famiglie.
Sul fronte delle disuguaglianze, l’indicatore che misura la distanza tra i più ricchi e i più poveri è rimasto stabile nel 2023. La povertà assoluta – cresciuta nel 2022 – si è stabilizzata, grazie all’occupazione in ripresa (+2,1%) e a misure di sostegno al reddito. Tuttavia, non si prevedono miglioramenti significativi nel numero di famiglie in condizione di povertà nei prossimi anni.

Nel 2023, la speranza di vita in buona salute è calata a 59,1 anni, un anno in meno rispetto al 2022. Si prevede un lento recupero entro il 2027. L’eccesso di peso nella popolazione è rimasto stabile, ma si ipotizza una futura diminuzione, favorita anche dall’aumento del reddito.
Positivi i dati sull’istruzione: il tasso di abbandono scolastico è sceso al 10,5%, il livello più basso dal 2018. La tendenza dovrebbe mantenersi stabile nel prossimo quadriennio.
Il tasso di mancata partecipazione al lavoro, che considera sia disoccupati sia inattivi disponibili, è migliorato ancora nel 2023, con una riduzione complessiva di 4,6 punti in due anni. Anche il divario di genere si è ridotto, segno di un mercato del lavoro in miglioramento. Il trend positivo dovrebbe continuare fino al 2027.
Meno rassicurante la situazione della sicurezza: i reati predatori sono aumentati anche nel 2023, pur restando inferiori ai livelli pre-Covid. Preoccupante anche il ritorno all’allungamento dei tempi della giustizia civile, con un +6,2% nella durata media dei procedimenti nell’ultimo anno.
Sul fronte ambientale, buone notizie arrivano dalle emissioni di gas serra, scese del 5,3% nel 2023, grazie all’aumento delle rinnovabili e al calo della domanda energetica. Le emissioni pro capite sono previste in ulteriore calo fino al 2027.
Più problematico invece il consumo di suolo: il 7,16% del territorio italiano è cementificato. Nel 2023 c’è stata una lieve riduzione, ma il trend resta preoccupante (+0,30 punti rispetto alla media), ben lontano dall’obiettivo europeo di consumo zero entro il 2030. Le stime per il 2024 indicano una nuova crescita, trainata dall’espansione delle aree urbane.